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Locandina

Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma e Lorella, che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha… non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la sconcertante attrazione di noi tutti per l’invisibilità.

Edoardo Erba scrive e dirige un’esilarante commedia sulla scomparsa della vita di relazione. Maria Amelia Monti e Marina Massironi, con la loro personalissima comicità, sono le protagoniste di uno spettacolo scottante e attuale.

durata: 1h 15’

 

Maria Amelia Monti, Marina Massironi

IL MARITO INVISIBILE

scritto e diretto da Edoardo Erba
scene Luigi Ferrigno
musiche Massimiliano Gagliardi
costumi Nunzia Russo
luci Giuseppe D’Alterio
video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo

 

Rosalyn Foto di scena
Dopo aver felicemente attraversato tre stagioni e moltissima Italia e aver raccolto ottimi consensi da critica e pubblico, “Rosalyn”, lo spettacolo scritto da Edoardo Erba e diretto da Serena Sinigaglia con Alessandra Faiella e Marina Massironi, si ferma. Ma ancora terrà il suo posto qui in homepage, perchè gli spettacoli voluti, sentiti, amati e protetti ne hanno diritto.
Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, una scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito, e si offre, il giorno dopo, di portare la scrittrice a vedere la città. Dopo la visita ritroviamo le due in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela ad Esther la storia del suo amore per un uomo bugiardo e perverso, che le infligge continue violenze fisiche e psicologiche. Lui ha famiglia e la relazione con Rosalyn è clandestina. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha picchiata e ferita…
Ricca di colpi di scena e sostenuta da una scrittura incalzante, Rosalyn è il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea. E parla di quel grumo di violenza compressa e segreta pronta ad esplodere per mandare in frantumi le nostre fragili vite.
“Rosalyn è un thriller psicologico. Rosalyn ti disorienta. Rosalyn è quando pensi di aver capito tutto e invece no, non avevi capito niente. Rosalyn è un gioco di specchi. Rosalyn è comico, ma all’improvviso diventa tragico. E’un gioco beffardo, disperato e violento. Senza scampo. Rosalyn è una sfida, un quiz, un meccanismo che si inceppa e tutto precipita. Ciò che appare non è e ciò che è non appare.
Sono da sempre un’appassionata di gialli. Direi onnivora. Ho affrontato altre volte questo genere a teatro. Mi diverte, mi appassiona, mi soddisfa.
Tentare di creare un rebus che vive e pulsa sul palcoscenico e che la platea è chiamata a risolvere, è un lavoro che da sempre mi stimola. E’ una prova di intelligenza, è la cura di ogni dettaglio, è sapienza registica.
Non che mi riesca sempre bene, ma questo è un altro problema. Non ne nascono tanti di Hitchcock, temo che dovrete accontentarvi di me. Posso darvi la mia parola che, comunque vada, ce l’avrò messa tutta, e per fortuna non sono sola.
Marina e Alessandra sono due attrici straordinarie, capaci di assumersi l’onere di questa prova. Sanno creare grande empatia col pubblico e sanno allo stesso tempo spingersi nei meandri dei dettagli, nel cuore del mistero.
Edoardo è uno scrittore che sa rendere fluide e avvincenti le trame, credibili e forti i personaggi.
Insomma, signori, capite?, Rosalyn è il paese dei balocchi. Il mio personale paese dei balocchi. Altro non posso aggiungere, vogliate perdonarmi, ma sarebbe imperdonabile spoilerarvi anche solo un particolare di quanto accade in scena…prima regola del giallo…mantieni un misterioso contegno, un silenzio carico di suspense…shhh sta per cominciare…buio in sala…e che il mistero si compia.
Buon divertimento a tutti!”
(Serena Sinigaglia)
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Se a raccontarci l’Otello è Shakespeare, è una tragedia. Se ce la racconta Verdi in musica, è un melodramma. Se a raccontarla è un’attrice poliedrica come Marina Massironi, la fosca vicenda del Moro diventa un’esilarante cavalcata fra passioni e intrighi del Cinquecento e dell’Ottocento, con inaspettate e pungenti irruzioni nella stretta attualità. Un’ora e mezza di parole, musica, risate e pensieri per capire che alla domanda “Ma che razza di Otello?” c’è una sola risposta, quella di Albert Einstein: “Razza: umana”.

NOTE DI REGIA
Riscrivere storie già conosciute, incrociandole con fatti di cronaca più o meno recenti per riproporle come nuove e attuali, era la specialità di Shakespeare.
Forse è per questo che le sue opere sono le più rivisitate, fatte a pezzi, rielaborate e ricomposte negli stili più disparati, di tutta la letteratura teatrale. Una specie di legge del contrappasso. L’Otello, una delle più famose vicende shakespeariane, impressa nell’immaginario popolare come il ‘dramma della gelosia’, non poteva sfuggire a questo destino: diventare materia per l’opera musicale ottocentesca, sempre a caccia di trame dense di contrasti emotivi, dall’impatto immediato, e possibilmente con titoli di forte richiamo come imponeva la legge del botteghino.
Verdi e Boito si giocano bene gli ingredienti, e anche il loro Otello sarà un successo.
“Ma che razza di Otello?”di Lia Celi si inserisce quindi ‘di diritto’ in questo filone di riscritture, avvalendosi della narrazione per ripercorrere in modo ironico la storia di questa impresa verdiana, senza trascurare i modelli di Giraldi Cinthio e Shakespeare.
Il gioco della riscrittura mette in campo un inedito punto di vista al femminile rispetto alle eroine del melodramma e divertenti cortocircuiti con l’attualità.
La musica ripropone arie, recitativi e fantasie di temi, arrangiate da Augusto Vismara
per un trio di musicisti che evoca i colori dell’orchestra.
Compito della regia è stato quello di valorizzare il dialogo tra i diversi ingredienti espressivi, quelli musicali e quelli messi in campo dal testo: notizie storiche curiose, spunti d’attualità,riflessioni sulle dinamiche umane di cui il triangolo Otello-Iago-Desdemona si fa emblema, e che un’attrice dalla grazia sensibile come Marina Massironi restituisce al pubblico con umorismo sottile e spiazzante.”

MASSIMO NAVONE

 

Foto di scena di Nicoletta Simoncini – Locandina di Roberto Grassilli

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Dopo i successi di Pavia, Borgonovo Val Tidone (Pc), Cuneo e Omegna, paese natale di Rodari, il ragioner Bianchi si prende una vacanza. Ma ha promesso nuove date delle Favole al telefono per il prossimo anno, ve ne daremo presto notizia.

Favole al telefono  è un originale reading “immaginifico-musicale”, per la prima volta in scena, ideato appositamente e diretto da Matteo Corradini per Barocco è il mondo. L’attrice Marina Massironi legge le celebri favole di Gianni Rodari per raccontare a tutti le storie umoristiche e dolci, strampalate e nostalgiche, forti e speranzose nate dalla penna del grande scrittore italiano. A diaogare simbolicamente con lei e con i racconti, le immagini proiettate dal vivo di Gek Tessaro: artista visivo e autore di libri per ragazzi, Tessaro utilizza una lavagna luminosa sulla quale disegna in diretta con acquerelli, oggetti, sabbia, liquidi… L’effetto è straordinario ed estremamente potente. Ma le parole di Rodari dialogano anche con le musiche di Paolo “Apollo” Negri, compositore e pianista che ha dedicato la vita all’organo hammond, nonché al gruppo The Link Quartet. Le sue improvvisazioni sonore accompagnano la voce di Marina e il teatro disegnato di Gek, divenendo un originale collante tra disegno e parola. Favole al telefono è dunque una dedica autentica all’opera di Rodari e al suo universo letterario. Uno spettacolo per tutti: grandi e piccini. Un racconto per suoni ed immagini e che coinvolge espressioni diverse sull’onda del divertimento e della fantasia.