IL MARITO INVISIBILE
Salerno – Teatro Verdi dal 25 al 28 novembre 2021
Roma – Teatro Ambra Jovinelli dal 30 novembre al 12 dicembre 2021
Thiene (VI) – Teatro Comunale dal 14 al 16 dicembre 2021
Chioggia (VE) – Teatro Don Bosco 17 dicembre 2021
Verbania – Teatro Il Maggiore 19 dicembre 2021
Genova – Teatro Politeama Genovese 21 e 22 dicembre 2021
Firenze – Teatro della Pergola dal 28 dicembre al 2 gennaio 2022
Lerici (SP) – Teatro Astoria 6 gennaio 2022
Livorno – Teatro Goldoni 7 gennaio 2022
Pontedera (PI) – Teatro Era 8 e 9 gennaio 2022
Cortona (AR) – Teatro Signorelli 11 gennaio 2022
Carrara – Sala Garibaldi 12 e 13 gennaio 2022
Castelfiorentino (FI) – Teatro del Popolo 14 gennaio 2022
Rapolano Terme (SI) – Teatro del Popolo 15 gennaio 2022
Castelfranco Piandiscò (AR) – Teatro Comunale Capodaglio 16 gennaio 2022
Sala Consilina (SA) – Teatro Comunale Mario Scarpetta 19 gennaio 2022
Santa Maria Capua Vetere (CE) – Teatro Garibaldi 20 gennaio 2022
Piano di Sorrento (NA) – Teatro delle Rose 21 gennaio 2022
Avellino – Teatro Partenio 22 e 23 gennaio 2022
Ravenna – Teatro Alighieri 25 gennaio 2022
Guastalla (RE) – Teatro Comunale Ruggero Ruggeri 26 gennaio 2022
Montichiari (BS) – Teatro Bonoris 27 gennaio 2022
Monza – Teatro Manzoni dal 28 al 30 gennaio 2022

Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma e Lorella, che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha… non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la sconcertante attrazione di noi tutti per l’invisibilità.
Edoardo Erba scrive e dirige un’esilarante commedia sulla scomparsa della vita di relazione. Maria Amelia Monti e Marina Massironi, con la loro personalissima comicità, sono le protagoniste di uno spettacolo scottante e attuale.
durata: 1h 15’
Maria Amelia Monti, Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
scritto e diretto da Edoardo Erba
scene Luigi Ferrigno
musiche Massimiliano Gagliardi
costumi Nunzia Russo
luci Giuseppe D’Alterio
video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo

“Nessun essere umano che sia nato dopo il 1970 trova particolarmente inquietante o in qualche modo negativa la tendenza alla promiscuità dei genitori. Capita. Voglio dire: capita che ci si sposi e ci si stanchi, che ci si stanchi di sposarsi, che ci si accorga di aver sbagliato sposo e se ne sposi un altro. Siamo noi che non possiamo sceglierci loro, i nostri padri e le nostre madri, ma loro, fra loro, possono scegliersi e quindi licenziarsi vicendevolmente, scegliere da un’altra parte, e così via.”
Lidia Ravera
Due sorelle adolescenti, Angelica e Carlotta, vengono separate dal divorzio dei genitori. Una con la madre, l’altra con il padre in un’altra città. Si mancano, si accusano, si scrivono, si rincorrono per non perdersi. Perché le sorelle sono quelle che ti aiutano a misurare la strada, a comunicare con il resto del mondo in momenti di apparente o reale difficoltà, sono un complice o un ostacolo da spianare per diventare quello che sei, sono quel folletto che ti riprende quando sei smarrito, quel demone che implacabile ti spinge a fare i conti con te stesso e la vita.
Lidia Ravera disegna con linguaggio fresco, ironico e fortemente critico, come si addice alla sua penna, quel legame naturale eppure misterioso che unisce due esseri umani dalla nascita, collocandolo nella confusione esistenziale e sentimentale di un mondo sempre più segnato dalla mancanza di rapporti reali, e spingendoci inevitabilmente a indagare il nostro profondo e umano bisogno di “sorellanza”.
Il testo
Relazione importante e complicata, d’amore spietato e di crudeli conflitti, il rapporto fra sorelle è presente da sempre nella letteratura, nella poesia, nel mito, offrendo un ampio campo di indagine sui rapporti fra le donne di tutte le età. Nel caso di ”Sorelle” di Lidia Ravera, volume pubblicato nei primi anni 90, ci siamo imbattute in un racconto, quello di “Sorelline”, ( ora ripubblicato in forma autonoma da Bompiani con lo stesso titolo dello spettacolo ), vibrante scambio di lettere di due anime adolescenti, diverse quanto basta ad essere complementari, a non riuscire ad esistere l’una senza l’altra. Come due naufraghi che si attaccano agli scogli, le due ragazze trovano una salvezza e una possibilità di crescita nel riconoscere il loro legame di sangue e di appartenenza, nel farne sigillo, scudo, rocca inespugnabile, forza di sopravvivenza. Un epistolario di formazione che affonda la scrittura nei drammi e negli entusiasmi di un’età dominata da contraddizioni, dubbi, idee geniali, paura del futuro e grandi aspettative.
Attenta osservatrice degli animi femminili e di quelli in trasformazione, Lidia Ravera ci offre dei ritratti precisi, senza mai perdere di vista il contesto storico e sociale in cui si muovono e con uno sguardo fortemente rivolto alla contemporaneità.
Angelica e Carlotta, due sveglie adolescenti degli anni 90, sono l’emblema ironico e divertente di un concetto di famiglia in disfacimento e portano dentro il desiderio e il tentativo di fondarne uno nuovo, alternativo, edificato sull’onestà reciproca e la verità dei sentimenti. Sono spietate, esigenti e crudeli con i genitori – figurine in panne attanagliate dalle problematiche emotive ed esistenziali di una coppia borghese di buona cultura – e nel vuoto familiare reclamano la loro vitale necessità: essere vicine, sentirsi una cosa sola.
Rileggendo e elaborando il romanzo della Ravera, abbiamo sentito quanto mai attuale la riflessione sulla famiglia come status necessariamente in movimento e trasformazione, così come avvertiamo la forza che può avere nel mondo d’oggi la riflessione sulla “sorellanza”, privilegio intimo e pubblico insieme, rapporto sentimentale ed etico, che appartiene al mondo femminile ma non in modo esclusivo, fondante di relazioni virtuose e trasformazioni sociali.
Cerchiamo dunque, consapevoli della fortuna di poter dialogare con una scrittrice vivente a noi complice, di dar vita ad una drammaturgia che contenga un possibile sguardo sulla confusione e lo smarrimento che feriscono come una maledizione il mondo dei rapporti umani e che, nell’alternanza di toni leggeri e brillanti con altri più densi e sostenuti, restituisca il nostro personale bisogno – che crediamo condivisibile – di nuove profondità e vicinanze nelle relazioni fra le persone di ogni età, genere e appartenenza.
Modalità dell’allestimento
“La somma di due” è il primo spettacolo che ci unisce in scena in qualità di interpreti e anche come autrici del progetto e dell’adattamento drammaturgico. Portiamo con noi esperienze e percorsi diversi e la medesima apertura e curiosità, che in questo contesto pensiamo possano essere preziose per affrontare in maniera complementare le problematiche dell’elaborazione di un linguaggio e della sua traduzione scenica. In questo primo lavoro comune abbiamo deciso di puntare a un allestimento semplice ed essenziale, con pochi elementi scenici, in funzione di un lavoro d’attore che crei lo spazio con la quasi esclusiva complicità della luce e dell’ambiente sonoro. Vorremmo evocare in modo leggero e non didascalico il clima pop e un po’ acido dell’ultimo decennio del secolo scorso, ripercorrere atmosfere che noi stesse abbiamo vissuto da adolescenti, non seguendo un principio di immedesimazione realistica, ma puntando alla creazione di un legame con un passato recente che tuttavia già appartiene alla storia. Immaginiamo Angelica e Carlotta come possibili eroine di un fumetto epico contemporaneo, in cui possano riconoscersi sia gli adulti che i ragazzi di oggi.
La distanza e la vicinanza dei corpi in scena disegneranno le linee dell’assenza e della presenza, composte di lettere che si susseguono una dopo l’altra, di voci monologanti che si cercano, si perdono, si ritrovano. Un canto a due voci, a volte sovrapposte e a volte indipendenti l’una dall’altra, un passo di danza a due, con le figure della solitudine e dell’alleanza.
Marina Massironi e Nicoletta Fabbri
Una produzione PICKFORD – NIDODIRAGNO/CMC
MARINA MASSIRONI – NICOLETTA FABBRI
in
LA SOMMA DI DUE
Tratto dal romanzo omonimo di Lidia Ravera, ed.Bompiani
Adattamento di Marina Massironi e Nicoletta Fabbri
Regia di Elisabetta Ratti
Scene Maria Spazzi
Costumi Narguess Hatami
Assistente alla regia Chiara Senesi
Assistente scenografa Francesca Guarnone
Tecnico di scena Martina Ciavatta
Distribuzione NIDODIRAGNO/CMC
Foto Marina Alessi
Realizzazione grafica Roberto Ballestracci per Studio 15>19 (????)
Si ringraziano: Teatro CorTe Coriano, Teatro Petrella Longiano , Spazio LabArca Milano
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IL MARITO INVISIBILE
Salerno – Teatro Verdi dal 25 al 28 novembre 2021
Roma – Teatro Ambra Jovinelli dal 30 novembre al 12 dicembre 2021
Thiene (VI) – Teatro Comunale dal 14 al 16 dicembre 2021
Chioggia (VE) – Teatro Don Bosco 17 dicembre 2021
Verbania – Teatro Il Maggiore 19 dicembre 2021
Genova – Teatro Politeama Genovese 21 e 22 dicembre 2021
Firenze – Teatro della Pergola dal 28 dicembre al 2 gennaio 2022
Lerici (SP) – Teatro Astoria 6 gennaio 2022
Livorno – Teatro Goldoni 7 gennaio 2022
Pontedera (PI) – Teatro Era 8 e 9 gennaio 2022
Cortona (AR) – Teatro Signorelli 11 gennaio 2022
Carrara – Sala Garibaldi 12 e 13 gennaio 2022
Castelfiorentino (FI) – Teatro del Popolo 14 gennaio 2022
Rapolano Terme (SI) – Teatro del Popolo 15 gennaio 2022
Castelfranco Piandiscò (AR) – Teatro Comunale Capodaglio 16 gennaio 2022
Sala Consilina (SA) – Teatro Comunale Mario Scarpetta 19 gennaio 2022
Santa Maria Capua Vetere (CE) – Teatro Garibaldi 20 gennaio 2022
Piano di Sorrento (NA) – Teatro delle Rose 21 gennaio 2022
Avellino – Teatro Partenio 22 e 23 gennaio 2022
Ravenna – Teatro Alighieri 25 gennaio 2022
Guastalla (RE) – Teatro Comunale Ruggero Ruggeri 26 gennaio 2022
Montichiari (BS) – Teatro Bonoris 27 gennaio 2022
Monza – Teatro Manzoni dal 28 al 30 gennaio 2022

Dopo aver felicemente attraversato tre stagioni e moltissima Italia e aver raccolto ottimi consensi da critica e pubblico, “Rosalyn”, lo spettacolo scritto da Edoardo Erba e diretto da Serena Sinigaglia con Alessandra Faiella e Marina Massironi, si ferma. Ma ancora terrà il suo posto qui in homepage, perchè gli spettacoli voluti, sentiti, amati e protetti ne hanno diritto.
Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, una scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito, e si offre, il giorno dopo, di portare la scrittrice a vedere la città. Dopo la visita ritroviamo le due in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela ad Esther la storia del suo amore per un uomo bugiardo e perverso, che le infligge continue violenze fisiche e psicologiche. Lui ha famiglia e la relazione con Rosalyn è clandestina. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha picchiata e ferita…
Ricca di colpi di scena e sostenuta da una scrittura incalzante, Rosalyn è il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea. E parla di quel grumo di violenza compressa e segreta pronta ad esplodere per mandare in frantumi le nostre fragili vite.
“Rosalyn è un thriller psicologico. Rosalyn ti disorienta. Rosalyn è quando pensi di aver capito tutto e invece no, non avevi capito niente. Rosalyn è un gioco di specchi. Rosalyn è comico, ma all’improvviso diventa tragico. E’un gioco beffardo, disperato e violento. Senza scampo. Rosalyn è una sfida, un quiz, un meccanismo che si inceppa e tutto precipita. Ciò che appare non è e ciò che è non appare.
Sono da sempre un’appassionata di gialli. Direi onnivora. Ho affrontato altre volte questo genere a teatro. Mi diverte, mi appassiona, mi soddisfa.
Tentare di creare un rebus che vive e pulsa sul palcoscenico e che la platea è chiamata a risolvere, è un lavoro che da sempre mi stimola. E’ una prova di intelligenza, è la cura di ogni dettaglio, è sapienza registica.
Non che mi riesca sempre bene, ma questo è un altro problema. Non ne nascono tanti di Hitchcock, temo che dovrete accontentarvi di me. Posso darvi la mia parola che, comunque vada, ce l’avrò messa tutta, e per fortuna non sono sola.
Marina e Alessandra sono due attrici straordinarie, capaci di assumersi l’onere di questa prova. Sanno creare grande empatia col pubblico e sanno allo stesso tempo spingersi nei meandri dei dettagli, nel cuore del mistero.
Edoardo è uno scrittore che sa rendere fluide e avvincenti le trame, credibili e forti i personaggi.
Insomma, signori, capite?, Rosalyn è il paese dei balocchi. Il mio personale paese dei balocchi. Altro non posso aggiungere, vogliate perdonarmi, ma sarebbe imperdonabile spoilerarvi anche solo un particolare di quanto accade in scena…prima regola del giallo…mantieni un misterioso contegno, un silenzio carico di suspense…shhh sta per cominciare…buio in sala…e che il mistero si compia.
Buon divertimento a tutti!”
(Serena Sinigaglia)
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Ma che razza di Otello ?
2017
18 novembre S. MARTINO BONALBERGO (VR)
23 novembre CHIOGGIA
24 novembre MIRA (VE)
25 novembre MILANO
02 dicembre PORTOGRUARO (VE)
11 dicembre LUINO (VA)
12 dicembre PAVIA
13 dicembre RIMINI
18 e 19 dicembre TERNI
2018
14 aprile 2018 SOGLIANO (RN)
26 luglio 2018 SORAGNA (PR)

Marina Massironi nasce a Legnano, comincia a studiare recitazione nell’ ottobre ’82. Due anni dopo arrivano le prime scritture teatrali, successivamente il cabaret e il doppiaggio, quindi la televisione e il cinema.
Ha vinto il David di Donatello e il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista per il film Pane e tulipani.
